Non ci sono trattative, ma cominciano ad arrivare sempre più conferme, circa le intenzioni del Torino in sede di calciomercaot. Priorità al centrocampo: è questo l’imperativo categorico autoimposto dalla dirigenza granata, che, tenuto sotto controllo Taider, comincia a valutare anche altri nomi. Due, in particolare, sono sull’agenda di Petrachi: giocano in ruoli diversi, ma entrambi stuzzicano, e non poco, gli appetiti del ds del Torino, insieme con quelli di Giampiero Ventura. Segnatamente, oltre al già citato Taider, per il ruolo di mezzala destra piace, davvero molto, Albin Ekdal del Cagliari. 26 anni a luglio, ottime doti tecniche, buona capacità di inserimento e discreto senso del gol (5 in 32 presenze, quest’anno, nella disastrosa stagione del Cagliari), ma soprattutto l’intenzione di cambiare aria dopo la triste retrocessione della sua squadra.
Sul suo cammino si è posto proprio il Toro, che ha già le idee piuttosto chiare su come muoversi: offerta di acquisto a titolo definitivo al club di Giulini e contratto di tre anni (l’offerta di base, che può alzarsi a quattro) al giocatore. Le cifre sono in fase di studio, ma tendenzialmente la società granata non vorrebbe superare i 3 milioni di euro, visto il fatto che il contratto di Ekdal scadrà a giugno 2016 e visto che il Cagliari già sa di dover cedere uno dei suoi pezzi pregiati, per far fronte alla gestione della Serie B. Si vedrà, ma questo iniziale interesse sta iniziando ad assumere contorni piuttosto precisi, compresa l’idea che, se si volesse davvero affondare il colpo, lo si farà presto, così da arrivare ad avere il giocatore già dai primi giorni del prossimo ritiro estivo.
Un nome concreto, questo, su cui Petrachi sta lavorando. Un’idea, quest’altra, attualmente in fase embrionale, ma già presa al vaglio dalla dirigenza granata. Trattasi di Jorge Luiz Frello, in arte Jorginho, attualmente in forza al Napoli ma in comproprietà con il Verona. Il brasiliano, 24 anni, è il classico uomo d’ordine che manca a Ventura per compiere il vero salto di qualità. E dopo una stagione e mezzo di alti e bassi in Campania potrebbe cambiare aria, anche solo temporaneamente, per ritornare a essere il giocatore ammirato sotto la guida di Mandorlini (e proprio contro il Toro, con la maglia dei veneti, segnò la sua prima rete in Serie A). Un interesse, forse un sogno, da considersi però come un piccolo tarlo che continua a rodere, che continua a far pensare alla possibilità di un tentativo. Prima di tutto, però, Napoli e Verona dovranno sistemare la situazione legata al cartellino (le compartecipazioni andranno a morire, quest’anno, e De Laurentiis ha sempre procrastinato il riscatto, dopo aver speso oltre 5 milioni per la comproprietà a gennnaio 2014), e poi bisognerà lavorare ai fianchi del giocatore stesso, affinché si convinca che la piazza granata possa essere quella giusta per farlo tornare a giocare titolare e, soprattutto, protagonista. Chiaramente, ci sarà da discutere, nel caso, parecchio: dalla formula del trasferimento (è escluso il prestito secco), all’ingaggio, al valore del cartellino. Ma l’idea in casa Toro c’è, e verrà approfondita più avanti: al termine del campionato, precisamente. Quando, a bocce ferme, sarà più facile ragionare sulle trattative più complicate.